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🌿 Canapa, legge e pregiudizi: cronache da un’Italia che inciampa nei fiori

Mi chiedevo se fosse più facile spiegare alla nonna cos'è il CBD, o convincere lo Stato che la canapa non è il male. Spoiler: non ci è riuscita neanche una legge nazionale, figurati noi.

Siamo rimasti in silenzio finché potevamo. Non perché non avessimo nulla da dire, ma perché volevamo capirci qualcosa anche noi. Leggere. Chiedere. Ascoltare. E poi parlare. Non con la voce rotta dalla rabbia, ma con la calma di chi lavora la terra e conosce ogni seme che pianta.

Poi, però, il DDL Sicurezza è diventato legge. E lì, tocca parlare.


📜 La legge è passata. Ma non tutto è chiaro.

Tra gli emendamenti inseriti, c'è un passaggio che riguarda anche noi: il divieto di produzione, detenzione e vendita di “sostanze o prodotti contenenti cannabinoidi sintetici o naturali” che imitano gli effetti delle droghe. Letta così, suona male. Anzi, malissimo.

Sembra vietato tutto.

Sembra che, da un giorno all’altro, sia diventato illegale coltivare fiori.

Ma la realtà, come spesso accade, è più complessa di un titolo di giornale.


🌿 Cosa dice la legge 242/2016 sulla canapa (e perché non può essere ignorata)

Dal 2016 in Italia esiste una legge — la 242/2016 — che tutela chi coltiva canapa industriale con un tenore di THC inferiore allo 0,2%, nel rispetto delle regole europee.

Quella legge non è mai stata abrogata.

Esiste. Vale. Ci tutela.

E lo fa in linea con il diritto comunitario, che riconosce la coltivazione della canapa a basso THC come legale e legittima.

È una legge che ha permesso a realtà come la nostra di nascere, crescere, pagare le tasse e contribuire a un’agricoltura sostenibile, innovativa, circolare.

Ora arriva una norma più confusa che chiara, che vieta “ciò che sembra droga” anche se non lo è.

E noi dovremmo chiudere tutto, cancellare anni di lavoro, e chiedere scusa perché i nostri fiori assomigliano a qualcosa che non sono?


🧷 Herbee non si ferma. E vi spieghiamo perché.

Noi di Herbee continueremo a lavorare.

Perché non vendiamo droga. Non l’abbiamo mai fatto.

Coltiviamo canapa legale, certificata, tracciata.

Rispettiamo ogni normativa.

Paghiamo le tasse.

Abbiamo contratti, documenti, permessi.

Siamo parte di un settore agricolo riconosciuto anche dall’Unione Europea, che sostiene la filiera canapicola per le sue potenzialità ecologiche, alimentari, cosmetiche e terapeutiche.

Non siamo in una zona grigia.

È la legge che, oggi, sembra scritta con l’evidenziatore sbagliato.


🛒 E adesso?

Adesso restiamo.

Online, con il nostro shop.

Dal vivo, nei mercatini, nelle fiere, tra la gente.

Con i nostri prodotti e il nostro modo di fare: trasparente, ironico, informato.

Sappiamo che sarà un periodo di confusione, ma noi non siamo confusi.

E chi ci conosce lo sa: siamo quelli che spiegano la canapa alle nonne, che fanno pacchetti belli per fiori legali, che combattono la disinformazione con un sorriso e un meme.

E anche adesso, non cambiamo rotta.

Perché questa pianta, oltre a essere legale, è anche giusta.

Ed è ora che l’Italia lo capisca.

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